ven, 19 aprile 2024

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Paolo D’Arpini – Rete Bioregionale Italiana
... Alcuni potentati economici, ben indirizzati e determinati, hanno -dagli ultimi sessanta anni in poi- obbligato il sistema agricolo a dipendere dai fertilizzanti chimici e dai veleni erbicidi ed antiparassitari. Pian piano tutti i terreni e tutte le falde acquifere saranno inquinate. L’acqua diventerà un bene preziosissimo e l’agricoltura, che sino a pochi anni fa era fonte di nutrimento per l’uomo, diventerà la causa della sua rovina. Inoltre la detenzione di sementi brevettate e la trasformazione dell’ambiente porterà a carestie indicibili ed allo sterminio di intere popolazioni. A chi interessa tutto ciò? Non è solo un meccanismo di sfruttamento economico, dietro c’è una sorta di piano strategico per il dominio del mondo. Ma vediamo come è cominciato questo strazio. Tutto ha inizio con la vittoria del sistema americano che ha esportato in tutto il mondo il criterio alimentare basato sulla separazione del modello agricolo tradizionale. La scissione è basata sull’aumento del consumo di carne. Allontanati gli animali dalla campagna e rinchiusili negli allevamenti intensivi, avendo cioè creato una frattura fra il mondo contadino tradizionale che viveva in simbiosi con la presenza di animali nei campi, ed avendo trasformato sia la produzione agricola che l’allevamento in scomparto produttivo industriale, si è creata la prima separazione in quel delicato organismo vitale che aveva sino alla metà del secolo scorso consentito il mantenimento di un delicato equilibrio: uomo, natura, animali. Scisse le due metà di un’unica cellula, ovvero quella della compresenza e simbiosi fra vita animale e vegetale. Si è così potuto procedere al successivo passo alienante: l’incremento nell’allevamento di animali da carne con sistemi industriali e il contemporaneo sviluppo agricolo essenzialmente basato sul sistema delle monoculture. Per nutrire gli animali non più compartecipi del sistema naturale si è passati alla creazione di apposite coltivazioni preposte al loro ingrasso, con alimenti che gli animali non avrebbero mai trovato in natura, essendo precedentemente abituati e predisposti al consumo di erbe sul campo. Non solo gli animali si nutrivano di erbe spontanee ma contribuivano alla concimazione diretta dei fondi ed al riposo di terreni che subivano così un ciclo di diverse utilizzazioni e riposo. Il problema delle cosiddette erbe infestanti non esisteva, tutto rientrava in un normale procedere della vita naturale. Ma allontanati gli animali dai campi e dovendo approfittare al massimo della capacità produttiva degli stessi terreni ecco che giocoforza è stato necessario ricorrere all’utilizzo di concimi artificiali e di diserbanti. Inoltre questo processo si è ingigantito mano a mano che le necessità di carne aumentavano, dovendo inoltre soddisfare le esigenze di una numero crescente di persone che entravano nel meccanismo consumistico. E l’accesso a quantità di cibo mai prima ottenuto con i sistemi tradizionali ha contemporaneamente fatto incrementare la presenza umana sul pianeta. Più gli umani aumentano, più carne si consuma, più servono terreni agricoli, più si tagliano le foreste, più si utilizzano concimi chimici e veleni. La piaga umana sta impestando il pianeta sino alle midolla. E come se non bastasse la produzione del cibo sta passando sempre più in mani private, sta diventando un affare economico controllato accuratamente da multinazionali, le stesse che compartecipano alla finanza mondiale, e queste multinazionali hanno in mano la produzione e possono quindi creare crisi alimentari pilotate per mantenere un controllo reale sulla popolazione del globo. Le carestie sono ormai un’arma in mano ai potentati economici. Tra l’altro l’inquinamento fa sì che l’acqua potabile sia diventata una rarità ed una fonte di ulteriore speculazione. Su un pianeta composto da tre quarti di acqua ecco che ora si dice che "l’acqua manca"…. In verità l'acqua non manca ma è stata avvelenata dal sistema agricolo chimico, dall’allevamento industriale e dal sistema fognario umano e vediamo finalmente che noi stessi ci stiamo scavando la fossa, che noi stessi stiamo strozzandoci con le nostre mani. E chi chi spinge a farlo? Il sistema consumista e le famose multinazionali che controllano il ciclo alimentare e tutto ciò che si muove sulla faccia della terra. Paolo D'Arpini - Rete Bioregionale Italiana
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Spina di Cardo
Questo grimorio contiene i rituali che ti consentiranno di praticare l'odierno Culto di Hekate, un'antica Dea della stregoneria. Tra gli argomenti: Presentarsi a Hekate, Percorso iniziatico, Incantesimo di incubazione dei sogni, Altare di Hekate, Consacrare uno strumento a Hekate, Rituale di offerta a Hekate, Ciclo lunare di Hekate, Calendario delle celebrazioni, Hekate portatrice di tempesta, E tanto altro... Prezzo 16,90 euro, 110 pagine, ISBN: 9788896180211, Aradia Edizioni
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Valeria Rendinella
Considero la Meditazione una forma d’arte, in quanto reputo l’arte una manifestazione del Divino, di quella scintilla di Luce presente in ogni nostra cellula. Mi piace concepirla come un incontro importante fra la saggezza millenaria dell’Oriente e gli studi dell’occidente sulla connessione mente-corpo, per accedere al potenziale che c’è in ognuno di noi. E’ la via per far sbocciare il nostro “fior di loto”, simbolo della spiritualità, un fiore che affonda le sue radici nel fango della materia e, sbocciando, si apre alla Luce e vibra amore. E tu riesci a dedicare del tempo alla meditazione?

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Reiki e Sciamanismo presso Centro di Luce Fabiano Reiki Originale secondo il metodo del dr. Mikao Usui, Metodo Avanzato Karuna® Reiki,…
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Robert Forte Counselor professionista ad orientamento umanistico - integrato. Svolge colloqui individuali, di coppia e di gruppo. Conduce…
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Il mio nome completo in sanscrito è Swami Bodhi Vipal che significa “Momento di consapevolezza”. Mi è stato donato da OSHO, Maestro di…
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L'Arc en Ciel è un’associazione culturale che si prefigge, con le sue attività, di promuovere lo sviluppo della consapevolezza dell’essere…
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Atmo Dhara Rossana Rieti Professionista disciplinata ex legge 4/2013 Operatrice Olistica Trainer – Attestazione di competenza…
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Daya Eliana Rota, counselor, naturopata, scrittrice, Teacher training, ideatrice del metodo Equus una vita che cambia® ed Horse Life…
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Cancellare i ricordi

Photo: SN
Nel film di Michel Gondry del 2004 Eternal Sunshine of the Spotless Mind, i due protagonisti ottengono la rimozione dei ricordi reciproci da un’azienda a cui le persone possono rivolgersi per farsi cancellare per sempre le memorie dolorose. Dopo tre anni dall’uscita del film, alcun ricercatori scoprirono che iniettando un “farmaco dell’oblio” si poteva abbassare l’impatto emotivo dei ricordi spiacevoli. Poi nel 2009 un team dell’Università di Toronto riuscì a modificare selettivamente la memoria dei topi del laboratorio iniettando loro una tossina dell’amigdala, la parte del cervello che processa le emozioni. Da allora sono stati studiati diversi metodi per la manipolazione dei ricordi come l’inalazione del gas xenon, la somministrazione di propranololo, usando luci e facendo ascoltare dei suoni alle persone quando dormono. Il dott. Aidan Horner ha studiato estensivamente i meccanismi della memoria ed è l’autore senior di uno studio sull’efficacia di manipolare le memorie negative delle persone durante il sonno tramite dei “messaggi sonori”. E’ d’accordo sul fatto che le tecnologie di diminuzione dei ricordi possano aiutare le persone affette da problemi come la PTSD. “Ci sono individui che fanno fatica a convivere con ricordi traumatici specifici. E’ possibile che indebolendoli si possano ridurre le intrusioni di queste memorie o ridurne la portata emotiva”, dice. “Permettere che le persone in ambienti non clinici decidano di cancellare certe memorie - se fosse mai possibile - soltanto perché si sentono a disagio, sembrerebbe meno allettante come prospettiva. Nella vita reale anche i brutti ricordi sono importanti. C’è chi pensa che siamo la somma delle nostre memorie, e che interferire con esse possa cambiare chi siamo.
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I 4 Elementi come Spiriti e come Energie

Marisa Paschero
I quattro Elementi come “spiriti” e come “energie” Già gli antichi alchimisti pensavano ai quattro Elementi come ad un "modello simbolico" della totalità. Come ci ricorda Stephen Arroyo : “Il fisico e astrologo medievale Paracelso, considerato da Jung un precursore dei moderni psicologi, attribuiva a ciascuno degli Elementi uno specifico spirito naturale. Gli spiriti del Fuoco sono le Salamandre e queste possono essere controllate principalmente attraverso la placidità /…/ Gli spiriti della Terra sono gli Gnomi, i quali devono essere controllati attraverso una gioiosa generosità /…/ Gli spiriti dell’Aria sono le Silfidi, e possono essere controllate attraverso la costanza /…/ Le Ondine erano considerate gli spiriti dell’Acqua e devono essere controllate con un atteggiamento deciso.” Il grande medico svizzero, alchimista, fisico, astrologo e filosofo (vissuto tra il 1493 e il 1541) collegava quindi a ciascun Elemento uno “spirito della natura”, il quale assumeva l’aspetto delle creature fantastiche che ritroviamo nei racconti mitologici delle diverse culture e tradizioni, e rappresentava simbolicamente, nella sua essenza, l’energia stessa dell’Elemento a cui era legato. Le Salamandre, guizzanti “spiriti del Fuoco” danzano tra le braci, agili e bellissime. Custodi del “regno del Sud”, luogo del mezzogiorno e dello splendore dell’estate, si manifestano come scintillanti “lingue di fuoco” tra i bagliori del rosso acceso, del giallo, dell’arancio, dell’oro, in perenne movimento. Sono considerate i più potenti tra gli elementali perché legate alla luce solare e a tutte le fonti di calore: il fatto che dimorino nel fuoco impedisce loro, secondo Paracelso, ogni contatto con il mondo degli uomini. Il loro nome è quello del piccolo animale anfibio che , secondo la leggenda, riuscirebbe a passare indenne attraverso le faville e gli incendi. La credenza che le salamandre fossero ignifughe si è conservata fino al Rinascimento: secondo Plinio il Vecchio (Historia Naturalis, circa 77 d. C.) la salamandra si lancerebbe tra le fiamme come a sconfiggerle, affascinata dal loro potere. Gli antichi alchimisti chiamavano lo zolfo “salamandra” : la consideravano infatti il simbolo della pietra incandescente. Per gli esoteristi gli “spiriti del Fuoco”, se evocati, infondono coraggio, vitalità e decisione: in base al principio trasformatore che li anima possono “bruciare” ogni forma di negatività, riconvertendola in energia positiva. Gli Gnomi “spiriti della terra” sono i guardiani del “regno del Nord” : il regno della notte, dell’inverno, dei minerali, dei segreti custoditi. Scavano e lavorano per estrarre i tesori nascosti nel grembo del sottosuolo, nell’incavo e tra le radici degli alberi, dove abitano ammassando ricchezze che conservano gelosamente. Il loro nome deriva dal greco gnosis, “conoscenza”, e come depositari dell’antico sapere collegato ai segreti della natura vengono indicati dalla tradizione. Tra gli elementali sono quelli che mantengono un legame più stretto con il mondo fisico, e per questo tendono ad rivestire una “forma” a noi più familiare, che ricorda quella dei nani delle fiabe popolari. Ambivalenti come tutti gli spiriti della natura, assumono caratteristiche diverse presentandosi ora come scontrosi custodi di forze occulte e misteriose, ostili agli uomini, ora come protettori benevoli della crescita delle piante dei boschi e dei giardini, confondendosi tra le erbe e le pietre, tra tutte le sfumature del verde e del marrone. Gli esoteristi considerano l’evocazione degli gnomi un potente “incantesimo di protezione” per ottenere prosperità, saggezza, intelligenza pratica, stabilità. Gli “spiriti della Terra” possono accendere la luce della conoscenza nel ritrovare il senso delle proprie radici, aiutandoci a “scavare” pazientemente nel profondo di noi stessi. Le Silfidi dell’Aria sono minuscole figure femminili alate, solitarie, lievi e velocissime nei loro voli animati da una grazia leggera che attraversa tutte le vibrazioni dell’universo. Il loro nome (dal greco silphe che significa “farfalla”) ne sottolinea la delicatezza che le fa immaginare simili ad angeli, o a piccole fate dalla figura trasparente, luminosa, armoniosa e sottile. Le Silfidi governano il “regno dell’Est”, luogo del sorgere del sole, della primavera e di tutto ciò che inizia. Sono le guardiane dei venti, delle nuvole, del respiro che diventa ispirazione, del senso del gioco e del volo armonico: il loro regno è nel chiarore dell’alba e possono manifestarsi come soffusi punti di luce, mutevoli ed inafferrabili nella trasparenza del bianco, del rosa, dell’oro e dell’azzurro. Gli “spiriti dell’Aria” sono considerati da Paracelso gli elementali più lontani dal mondo fisico, e per questo i più sfuggenti. Proteggono tutti coloro che lavorano con la voce e la parola (attori, insegnanti, scrittori, cantanti, viaggiatori ….), e vengono evocati per attivare il potere della mente, per ottenere il dono di un pensiero lucido e contemporaneamente ispirato. Gli “spiriti dell’Acqua” erano le Ondine della mitologia norrena, incantevoli figure femminili dalla coda di pesce che popolavano mari, fiumi, laghi, cascate e sorgenti. Le Ondine, regine del “regno dell’Ovest”, luogo dell’autunno e del tramonto del sole, di quel momento del giorno così breve ed evanescente da sembrare come sospeso tra due mondi, appartengono all’Elemento più imprevedibile, magnetico ed ingannevole. Dell’Acqua possono assumere qualsiasi aspetto: fluttuano diafane e sempre sfuggenti attraverso tutte le sfumature del verde e dell’azzurro, rivelandosi ora innocue, ora benevole, ora infide e pericolose. Le Ondine si manifestano attraverso particolari riflessi della rugiada, nella spuma delle onde, nelle increspature della superficie dei laghi …. La tradizione greca le identificava con le Ninfe Oceanine, le innumerevoli figlie che Teti, dea della fecondità del mare, aveva generato da Oceano, il Titano padre di tutti i fiumi, personificazione e signore dell’Acqua primordiale che circonda l’Universo. Secondo gli esoteristi questi elementali vengono evocati, nei rituali di purificazione, per entrare in sintonia profonda con il flusso della vita e per favorire sogni e premonizioni. Gli “spiriti della Natura” si ritrovano, con caratteristiche diverse, nelle tradizioni mitologiche e magiche di tutto il mondo, in quanto “simboleggiano l’azione degli Elementi. Come suggerisce lo stesso Arroyo, non si tratta qui di affrontare la questione dell’esistenza o meno di questi spiriti naturali, quanto di “pensare” in maniera simbolica, allo scopo di capire quale può essere il nostro atteggiamento di fronte alle qualità che, in positivo e in negativo, queste forze evocano e rappresentano. Dal punto di vista psicologico ed astrologico risulta evidente il richiamo all’utilità di imparare, per i segni di Fuoco, “l’arte di accettare con calma la vita nel suo svolgersi”, al privilegio di acquisire, per i segni di Terra, quella “gioiosa generosità che ne farà risaltare la forza e lo splendore più grande”; alla “visione della vita definita e coerente” di cui hanno bisogno i segni d’Aria, e alla “fermezza e al controllo emotivo di cui necessitano i segni d’Acqua”. In tempi molto più vicini a noi Jung ha ampiamente sottolineato l’estensione del significato simbolico dei quattro Elementi, presenti in tutte le culture, da quella greca e romana a quella indù, buddista, tibetana, cinese e giapponese … Al di là della loro concettualizzazione originaria i quattro Elementi sono veri e propri archetipi e, in quanto tali, portatori di immensa energia. Anche il grande astrologo André Barbault descrive gli Elementi come “pure forze energetiche” : il Fuoco è “l’agente di trasformazione e di penetrazione degli altri Elementi”, la Terra “è la potenza di coesione che, nella sua forza centripeta, costruisce la solidità del corpo concentrato”, l’Aria “non è tanto un gas, quanto la forza centrifuga”, l’Acqua non è tanto un liquido, quanto “la forza di rilassamento che genera lo stato di fluidità”. Ogni Elemento rappresenta un tipo fondamentale di energia che agisce dentro di noi. Nell’equilibrio fra gli Elementi è contenuta l’essenza stessa dell’armonia. Quindi, per la propria evoluzione, è indispensabile : l’energia del Fuoco per l’esperienza intuitiva ed immediata, per il senso di identità, per Essere, Volere e TrasformarsiI; la concretezza della Terra per acquisire consapevolezza e stabilità, per Avere e Costruire; l’espansione dell’Aria per entrare in relazione con l’Altro, per esprimersi e comunicare, per Pensare, Osare e Trasmettere; la fluidità dell’Acqua per comprendere attraverso le emozioni e i sentimenti, per sperimentare l’empatia e la fusione, per Sentire. Il testo è tratto dal primo capitolo del libro "Grafologia Planetaria. I simboli dell'Universo nella scrittura" di Marisa Paschero copyright Edizioni Mediterranee. Roma, 2023


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